CESSIONE DEL CREDITO

Cos’è la cessione del credito e come funziona

La cessione del credito, prevista dal Decreto Rilancio del 2020, è un meccanismo fiscale che permette a un soggetto (cedente) titolare di un diritto di credito verso lo Stato (come, per esempio, delle detrazioni fiscali) di trasferire il credito a soggetti terzi (cessionario) come intermediari finanziari, banche e ditte appaltatrici. In pratica, il contribuente riceve direttamente la somma totale che gli spetta in base alle detrazioni, anziché attendere che gli sia scalata dalle tasse in 10 rate annuali, cede cioè il credito ottenendo un beneficio economico immediato.

Negli anni passati, la cessione del credito d’imposta o lo sconto in fattura direttamente sul totale dell'acquisto fatto, è stata una delle modalità più diffuse per agevolare i lavori di ristrutturazione o riqualificazione energetica.

Nella pratica il credito d’imposta poteva essere ceduto da tutti coloro che eseguivano lavori finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche e alla messa in sicurezza di un immobile, riconosciuti dalla legge come beneficiari degli incentivi fiscali. Il credito così ceduto poteva essere utilizzato dal cessionario anche in compensazione per i lavori svolti. Oltre che istituti bancari i destinatari potevano essere anche gli stessi fornitori che avevano eseguito materialmente i lavori di messa in sicurezza e riqualificazione energetica dell’edificio.

Cessione del credito e bonus edilizi: un po’ di storia

La storia della cessione del credito, nata per incoraggiare gli investimenti nell'efficientamento energetico degli edifici, è legata inevitabilmente a quella dei bonus edilizi introdotti a partire dal 2020 (Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus ristrutturazioni) e ha subito nel corso degli anni numerose modifiche.

Se nel 2017 esisteva ad esempio la possibilità di cedere il credito fiscale derivante da specifici interventi edili, come quelli antisismici e di riqualificazione energetica, soltanto per lavori sulle parti comuni condominiali, nel gennaio 2018 le cose cambiano radicalmente. Il legislatore, infatti, ha ampliato il concetto di cessione del credito al fornitore comprendendo anche le singole unità immobiliari ma non solo. La possibilità di usufruirne è stata estesa dai contribuenti appartenenti alla no-tax area a coloro che sono tenuti sia al versamento dell’Irpef che alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Ma è nel 2020 che la cessione del credito si amplia, legandosi principalmente al settore edilizio. Il decreto-legge n. 34 del 2020 introduceva infatti la possibilità per chi sosteneva spese in materia edilizia ed energetica di usufruire di alcune agevolazioni fiscali sotto forma di:

  • sconto in fattura sul corrispettivo dovuto che viene anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi;
  • credito d'imposta di pari ammontare, cedibile ad altri soggetti.

Le agevolazioni si potevano applicare alle spese relative agli interventi di:

  • riqualificazione energetica (Superbonus 110%);
  • recupero del patrimonio edilizio (Bonus Ristrutturazione);
  • efficienza energetica (Ecobonus), di adozione di misure antisismiche (Sismabonus);
  • recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti (Bonus facciate);
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici;
  • superamento ed eliminazione di barriere architettoniche.

Stop alla cessione del credito: cosa è cambiato nel 2024

Con la riforma del Superbonus e le successive modifiche alla cessione del credito, il Governo ha sostanzialmente interrotto la possibilità per la maggior parte dei contribuenti di accedere al meccanismo.

Secondo le restrizioni introdotte dall’ultimo D.L. 39/2024 possono usufruire della cessione del credito e sconto in fattura solo chi alla data del 29 marzo 2024 abbia già avviato i lavori agevolati dal bonus, sostenuto la spesa relativa documentata da fattura e presentato entro il16 febbraio 2023 la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) e la delibera assembleare.

Tutti gli interventi effettuati dopo il 30 marzo 2024, non potranno più beneficiare né della cessione del credito né dello sconto in fattura.

Cessione del credito 2025: chi può ancora usufruirne

Ma chi può ancora usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura nel 2025? Le principali deroghe alla cessione del credito nel 2025 riguardano determinate situazioni come:

  • spese sostenute entro il 29 marzo 2024;
  • crediti d’imposta presenti nel cassetto fiscale del cessionario che ha maturato il bonus con lo sconto in fattura;
  • IACP e ONLUS, a condizione che entro il 29 marzo 2024 abbiano presentata la Cila, avviato i lavori e adottata la delibera assembleare nel caso di interventi effettuati da condomini;
  • interventi realizzati su immobili danneggiati da eventi sismici verificatisi il 6 aprile 2009 e da quelli accaduti dal 24 agosto 2016 nelle regioni di Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria (Superbonus 110% rafforzato).

Nuovo modulo per la cessione del credito: a cosa serve e come funziona

In relazione al Superbonus 2025 (dal 50 al 65%) l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad aggiornare il modello per la comunicazione delle opzioni di sconto in fattura o di cessione del credito relative alle spese sostenute nel 2025 usufruendo del Superbonus. Il nuovo modulo serve a comunicare all'Agenzia delle Entrate di aver optato per la cessione del credito o per lo sconto in fattura. La procedura per la cessione del credito prevede che le comunicazioni delle opzioni relative al Superbonus 2025 vengano inviate telematicamente entro il 16 marzo 2026.

Il nuovo modello, aggiornato al 2025, elimina definitivamente i cosiddetti “bonus minori”, non più cedibili.

Alternative alla cessione del credito: come ottenere vantaggi fiscali

Con lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, i contribuenti possono comunque continuare a beneficiare di altri tipi di agevolazioni fiscali da fruire direttamente attraverso la dichiarazione dei redditi e da ripartire in 10 quote annuali di pari importo. Le principali detrazioni fiscali 2025 includono:

  • Bonus Ristrutturazione, al 50% per le spese sostenute su abitazioni principali e al 36% per le seconde e terze case;
  • Ecobonus al 50% per la prima casa e al 36% per le seconde case;
  • Sismabonus del 50% per le spese sostenute sulle abitazioni principali e del 36% per le altre tipologie di immobili;
  • Bonus mobili e bonus elettrodomestici pari al 50% dei costi sostenuti, per una spesa massima di 5 mila euro, destinati a chi acquista mobili e grandi elettrodomestici ad alta efficienza energetica a condizione che vengano usati per arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.

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