CERTIFICATI VERDI


Cosa sono i certificati verdi e a cosa servono

L’attenzione all’ambiente e una politica economica e industriale sempre più orientata alla sostenibilità li ha resi ormai un incentivo indispensabile alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; nello specifico i certificati verdi sono titoli negoziabili rilasciati dal Gestore dei Servizi Energetici a produttori e distributori in proporzione all’energia prodotta utilizzando impianti con qualifica IAFR, alimentati cioè da fonti rinnovabili. Introdotti con la liberalizzazione del settore elettrico (Decreto Bersani) vengono emessi in numero variabile in base al tipo di energie rinnovabili usate e di intervento messo in atto (nuova costruzione, riattivazione, potenziamento o rifacimento).

Come funzionano i certificati verdi

Il meccanismo è semplice e si basa sull’obbligo per chi produce energia da fonti non rinnovabili (carbone, petrolio, gas naturale) di usare ogni anno almeno il 2% di risorse rinnovabili immettendo così nel sistema elettrico nazionale una quota minima di energia verde. In sostanza se un impianto è in grado di produrre energia rilasciando meno CO2 di quanto farebbe invece uno alimentato da fonti tradizionali, il gestore ottiene dei certificati verdi che potrà successivamente rivendere a tutte quelle attività obbligate per legge a produrre una quota di energia pulita, ma che non lo fanno.

L'impresa produttrice può acquistare dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) i certificati verdi necessari a raggiungere la soglia del 2% della produzione, quota che dal 2004 cresce ogni anno di 0,35% punti percentuali.

Come ottenere i certificati verdi

Possono richiedere certificati verdi tutti coloro che producono energia elettrica da fonti rinnovabili a condizione che gli impianti:

  • siano certificati IAFR:
  • abbiano una potenza nominale media annua non superiore a 1 Mw;
  • se eolici abbiano una potenza nominale media annua di 0,2 Mw.

Le aziende possono adempiere all’obbligo di usare almeno il 2% di forti rinnovabili in due modalità: o immettendo direttamente in rete energia pulita oppure acquistando i certificati verdi da imprese che producono energia green. Quando si parla di quantità di energia prodotta da risorse rinnovabili ci si riferisce alla produzione netta, quella che si ottiene cioè sottraendo alla produzione lorda l’energia necessaria per il funzionamento dell’impianto. I dati sono in genere resi disponibili attraverso autocertificazioni o tramite la dichiarazione di produzione che i produttori sono tenuti a presentare all’Ufficio Tecnico di Finanza. La domanda va inviata telematicamente al GSE allegando la documentazione richiesta.

Quanto durano e quanto valgono

I certificati verdi non durano per sempre ma hanno validità triennale, per cui quelli rilasciati in un determinato anno valgono anche per i due successivi. Ogni certificato verde corrisponde alla produzione di 1 MWh d’energia rinnovabile; il loro valore segue le leggi del mercato libero, nel 2005 ad esempio valevano 108,92 €/MWh al netto dell'IVA, nel 2006 125 €/MWh.

Differenze tra certificati verdi, bianchi e neri

Sul mercato esistono altri due tipi di certificati deputati a incoraggiare una produzione sostenibile. Sono conosciuti con i nomi di certificati bianchi e certificati neri.

  • I primi (certificati bianchi), noti anche come Titoli di Efficienza Energetica (TEE) sono il frutto del pacchetto “Clima-Energia 20-20-20”, il loro obiettivo è quello di ridurre del 20% le emissioni di CO2, aumentare il risparmio energetico del 20% e raggiungere il 20% di energia proveniente da fonti rinnovabili. Introdotti nel 2004 possono essere rilasciati in seguito a interventi destinati ad aumentare l’efficienza energetica. Ogni certificato bianco corrisponde al risparmio annuale di una tonnellata di petrolio.
  • I secondi (certificati neri) sono un’eredità del protocollo di Kyoto del 1997 e servono a ridurre le emissioni di CO2 e altri gas serra. Corrispondono al diritto di un impianto a emettere una tonnellata di biossido di carbonio per un periodo determinato solo dopo aver ottenuto uno speciale permesso e a patto che a fine anno l’impresa si impegni a certificare ogni singola emissione prodotta. Ogni azienda può vendere le quote di emissione C02 non utilizzate a tutte quelle imprese che non riescono ad adempiere agli obblighi di sostenibilità, così facendo queste ultime possono emettere una quantità di gas serra superiore alla soglia consentita senza dover pagare sanzioni, mentre le prime hanno la possibilità di ottenere dei proventi dai certificati venduti.

Il rinnovabile di VIVI energia

L’uso di energie rinnovabili e la realizzazione di opere di efficientamento energetico sono quindi pratiche diventate ormai indispensabili nell’ottica di una vita sempre più sostenibile. Lo è ad esempio scegliere un gestore che usi energia pulita al 100% o installare un impianto fotovoltaico. Con VIVI energia è possibile fare ambedue le cose e approfittare sin da subito del doppio vantaggio: ridurre i consumi abbattendo i costi in bolletta e rispettare l’ambiente.

Ecco perché conviene:

  • energia pulita e proveniente al 100% da fonti rinnovabili.
  • Possibilità di installare un impianto fotovoltaico a zero emissioni e acquistabile con uno sconto del 50% in fattura;
  • modalità di scambio sul posto, ovvero la possibilità di compensare l’energia prodotta dai pannelli e immessa sulla rete nazionale, con quella prelevata e consumata in un momento diverso da quello della produzione;
  • l’energia è disponibile anche con il cattivo tempo grazie alle batterie fotovoltaiche che permettono di accumularla e usarla in un momento diverso da quello in cui viene prodotta.

Il contenuto è a scopo informativo per cui Vivigas S.p.A. non si assume la responsabilità in caso di errori/omissioni e invita sempre il cliente a visitare il sito di Arera per qualsiasi verifica o approfondimento.